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Veroli – ‘I diari degli anni di piombo’ testimonianza di un grande statista

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La Galleria La Catena troppo piccola per ricordare un uomo che ha fatto la storia. Alla presentazione del volume di Giulio Andreotti i figli Serena e Stefano dialogando con il collega di Ciociaria Oggi, Corrado Trento

di Egidio Cerelli

A due passi dalla Galleria la Catena nel 1983 lo premiai perché ero segretario della DC

Era già salito nella nostra Veroli negli anni della consiliatura Nobili presenziando poi presso il salone dell’albergo Picatti un convegno su quella che era la CASMEZ. Nessuno nei dialoghi con i figli, Stefano e Serena ha ricordato l’appuntamento, ultima in occasione, della presentazione degli Statuti verolani avvenuto in quell’anno di grazia. Giulio Andreotti era e rimane il Presidente. Riusciva a convogliare nel centro di Veroli in piazzale Vittorio Veneto migliaia e migliaia di verolani suoi ‘tifosi’, che faceva raccogliere nella periferia con vecchi bus della ‘Zeppieri corse’.

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La Galleria la Catena ha ospitato i figli del Presidente

La cronaca però ci racconta che il calore della Galleria addetta ai convegni, seppur ridotta ai minimi termini per le norme antiCovid riscaldava senza i termosifoni o stufe elettriche gli attenti auditori dei dialoghi ben impostati dal collega di Ciociaria Oggi Corrado Trento.

Non si è visto il sindaco. Le sue veci, portando il saluto, la delegata alla Cultura dottoressa Francesca Cerquozzi. Con lei anche il consigliere regionale Mauro Buschini.

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Il saluto dell’Amministrazione portato dalla delegata alla Cultura Francesca Cerquozzi

“Voglio ringraziare innanzitutto Stefano e Serena Andreotti per la presenza con cui questa sera ci onorate. Un sentito ringraziamento va poi a Corrado Treno, alla casa editrice solferino e alla libreria Ubik di Frosinone con cui continua la preziosa collaborazione che abbiamo avviato ormai 7 anni fa – così la consigliera delegata Francesca Cerquozzi – Questo è il primo appuntamento culturale dopo un estate ricca di incontri e appuntamenti che ci stanno permettendo di affermarci come città della cultura. Come amministrazione infatti stiamo continuando ad investire su questo fronte perché siamo convinti che proprio la cultura può essere il vero motore di sviluppo delle nostre città e dei nostri Borghi. Soprattutto dopo la pandemia. Ripartiamo con la cultura e oggi presentiamo un libro che approfondisce un pezzo importante di storia del nostro paese e che sono sicura potrà essere un contributo importante per la crescita delle nuove generazioni, che attraverso la memoria e le testimonianze, saranno in grado di apprendere, approfondire e rendersi partecipi del nostro futuro.

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Andreotti – concludeva la delegata alla Cultura – è e sarà sempre una figura di riferimento per tutti noi. Politici e non anche e soprattutto nella nostra terra. Da sempre affettivamente legata ad un personaggio che ha contribuito effettivamente alla trasformazione del nostro territorio. Da territorio agricolo a territorio industriale. Uno statista che ha lasciato un segno indelebile”.

Corrado Trento dialoga con i figli Stefano e Serena

Corrado Trento ha cominciato a scavare nella vita del ‘presidente’, evidenziando non solo lo statista che qualcuno lo chiamava a Roma il ‘ciociaro’ ma anche l’uomo, padre e marito di una famiglia quasi sacrale e molto unita. Ciociaro, forse per la sua amicizia con il sottosegretario di Alatri, Franco Evangelisti… ”A Frà, che te serve?”. Romanisti entrambi, fu proprio ‘Zì, Giulio a inventare la schedina del Totocalcio per finanziare il calcio, compresa la sua Roma.

Il volume che si presentava, nasceva nell’arco di tempo (1969/1979) quando l’apice del terrorismo si concretizzava con il rapimento di Aldo Moro con l’uccisione dei cinque uomini della scorta. Il commentatore della giornata ricordava infatti che quello tra il 1969 e il 1979 è il decennio più drammatico del dopoguerra italiano: sono gli anni di piombo inaugurati il 19 novembre 1969 con l’uccisione, durante una manifestazione a Milano, dell’agente di polizia Antonio Annarumma, proseguiti con le stragi nere di Piazza Fontana, di Brescia e dell’Italicus, con lo stillicidio degli agguati delle Brigate rosse e degli altri gruppi terroristici di estrema sinistra fino alla morte di Aldo Moro e degli agenti della sua scorta.

Non solo anni di terrorismo ma anche di grandi riforme

“ Ma furono anche gli anni di grandi riforme con l’istituzione delle Regioni, lo Statuto dei lavoratori, l’introduzione del divorzio, il nuovo diritto di famiglia, la ristrutturazione dei sistemi sanitario e fiscale, la regolamentazione dell’aborto, il nuovo assetto carcerario, la maggiore età ai diciottenni – aggiungeva il moderatore Corrado Trento – . E furono anche anni di preoccupanti crisi economiche, soprattutto legate al petrolio e alle oscillazioni valutarie”.

Ed allora la nuova serie dei diari inediti di Giulio Andreotti, curati dai figli Serena e Stefano, con prefazione di Bruno Vespa, documenta in presa diretta un’epoca remota eppure vivissima nella memoria di milioni di italiani; e la prosa disincantata e partecipe dell’uomo che per quasi metà di quel decennio è stato presidente del Consiglio ci restituisce con accuratezza, vivacità e ironia lo spirito del tempo.

I figli come ricordano il papà

“Pur se in casa viveva poco per i suoi impegni politici ed istituzionali – raccontano Serena e Stefano –, era affettuoso, generoso e ci educava con il suo esempio di padre. Non ha mai voluto cointeressare concretamente la famiglia e quindi noi con le sue ‘gesta’. Per lui la pace era al di sopra di qualsiasi interesse partitico e personale”.

Tanti i suoi aneddoti

“Sì è vero, ma piace ricordarlo come il padre che collaborava con chiunque si adoperasse per portare la pace”.

Come accadde quando si trattò di mediare per la guerra del Golfo quando trovandosi in difficoltà all’arabo musulmano chi gli rinfacciava… ”tu sei cattolico e Gesù disse… ’quando uno ti dà uno schiaffo tu devi porgere l’altra guancia’, lui rispose, ‘E’ vero! Ma di guance me ne ha date due e non tre”

La sua Fede è stata sua forza costante e l’ombra che lo seguiva sin dalle prime ore del mattino.

“Nostro padre dopo essersi alzato, si recava in Chiesa, san Giovanni dei Fiorentini, per la Santa Messa e per fare la Comunione. Un viatico che gli dava la forza di fare bene il suo dovere”.

Perché questi diari?

“Abbiamo voluto dimostrare a chi non lo conosceva chi era nostro padre e lo stiamo facendo con questi diari privati”.

Oltre alla Roma i suoi amori erano i cavalli. L’ippodromo delle Capannelle era un appuntamento da non mancare, quando ovviamente aveva il tempo libero. Zio Giulio, grazie per quello che hai fatto per noi ‘ciociari’ dandoci esempi di vero statista e di un ottimo credente.

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Egidio Cerelli
Egidio Cerellihttps://www.tunews24.it
Giornalista del quotidiano online "TuNews24.it" e del settimanale cartaceo "Tu News", inizia a collaborare con il Messaggero il 29 aprile 1973, quindi con il Corriere di Frosinone, Radio Frosinone, TeleUniverso e Itr, per le telecronache del Frosinone Calcio e del Basket Veroli. Quindi Extra Tv, Ciociaria Oggi, La Provincia Quotidiano e Tg24. Organizzatore di numerosi eventi tra cui la Biennale del Ferro Battuto, Premio Veroli con Mogol, Premio Valente con Gaetano Castelli.
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