La storia è riferita all’incidente aereo del 1932, dove perirono quattro aviatori francesi
Il libro dello storico Stefano Magliocchetti entra nel ‘mistero’ di quel tragico evento
di Egidio Cerelli

Con l’iniziativa volta a promuovere i testi che si occupano delle nostre storie antiche e recenti e che, per mezzo degli autori vengono spiegati sui luoghi ove i fatti si svolsero, è toccato giorni fa a “IL MISTERO DEI MONTI ERNICI – La Femmina Morta” dell’eccellente escursionista scrittore , Stefano Magliocchetti. Ottimo anche come ricercatore storico di acume particolare, ha presentato ai partecipanti alla escursione i fatti che precedettero e seguirono il tragico incidente aereo in cui furono coinvolti i coniugi Lang-Willar. In tanti son saliti verso Susanna in area Prato di Campoli ed hanno potuto ammirare i resti dell’aereo caduto il 25 maggio 1932 alla “Femmina Morta”, ed oggi Susanna
Così scrisse l’allora podestà di Veroli Scaccia Scarafoni
Il monumento eretto dai Verolani a ricordo del tragico evento. L’allora Podestà di Veroli Scaccia Scarafoni scrisse in merito alla tragedia: “Il 25 maggio 1932, nelle montagne di Veroli, perirono tragicamente quattro aviatori Francesi, in seguito a rottura dell’apparecchio che li trasportava. Cotanta disgrazia addolorò moltissimo la buona popolazione di Veroli, la quale prese viva parte al lutto che colpiva la Nazione francese e le famiglie dei caduti, adoperandosi con slancio ammirevole per tutte quelle opere che bisognò compiere, in mezzo a gravi disagi, allo scopo di restituire alla Francia i resti dei suoi figli. Tanto il governo francese, quanto le famiglie dei caduti, ammirati e riconoscenti verso questa popolazione, vollero, con segni tangibili, dimostrare la loro gratitudine, elargendo somme per la pubblica beneficenza e per opere pubblica utilità. Questa amministrazione, traducendo in atto il desiderio dell’intera cittadinanza, fece erigere un modesto ricordo sul luogo del disastro, ricordo che venne poi inaugurato alla presenza di funzionari dell’ambasciata di Francia presso il Re, con l’intervento delle locali autorità amministrative e politiche
Il racconto di Stefano Magliocchetti

La prima curiosità di questa vicenda che finì per porre Veroli al centro del mondo, riguarda forse il fatto più attinente e reale, verità storica inconfutabile al netto degli intrecci politici possibili, plausibili o meno. “Pochi giorni prima dell’incidente aereo, difatti, i due coniugi – ci racconta Stefano Magliocchetti nel suo libro “La Femmina Morta” – erano scampati al naufragio del transatlantico francese “Georges Philippar”, il cui improvviso incendio, al largo delle coste della Somalia, mai chiarito quanto alle cause, trascinò in fondo all’oceano un noto giornalista, Albert Londres, autore di inchieste internazionali molto scottanti, ma non Alfred e Suzanne (da qui Susanna)che, ottimi nuotatori, non solo riuscirono a raggiungere una nave sovietica accorsa in aiuto (o che li seguiva secondo altre tesi), ma anche a mettere al sicuro la loro macchina fotografica, con la quale, dalla nave sovietica, scattarono numerose foto alla nave francese che affondava”. Aggiunge lo stesso Magliocchetti che “Qui c’è un cippo con un’elica conficcata e una targa. Il luogo, che si raggiunge seguendo le indicazioni per “Ca(s)cata di lupo””.
Le foto che proponiamo ci portano in quel luogo teatro della disgrazia del 25 maggio del 1932. E come abbiamo scritto qualche giorno fa, ora sarà soggetta quell’area dopo le piogge e le alluvioni di qualche anno fa, ad un grande ‘restyling’ con i 200 mila euro arrivati dalla Protezione civile regionale, tramite il presidente del Consiglio regionale, Mauro Buschini, come ci informò l’assessore ai LLPP Augusto Simonelli.








