Coldiretti, ok agli spostamenti dei contadini per hobby

È consentito, anche al di fuori del Comune ovvero della Regione di residenza, lo  svolgimento di attività lavorativa su superfici agricole, anche di limitate dimensioni, adibite  alle produzioni per autoconsumo, non adiacenti a prima od altra abitazione”. Lo rende noto  la Coldiretti nell’evidenziare che secondo la faq pubblicata sul sito del Governo chiarisce  che anche nelle zone rosse e arancioni è possibile la cura dei terreni ai fini di  autoproduzione, anche personale e non commerciale, che integra il presupposto delle  esigenze lavorative, contemplato per le zone “arancioni” e “rosse” dagli artt. 2 comma 4  lett. a), e 3, comma 4, lett. a), del DPCM 3 dicembre 2020″.

L’intervento

“Quindi – sottolinea Carlo Picchi  Direttore di Coldiretti Frosinone e Latina – la coltivazione del terreno per uso agricolo e  l’attività diretta alla produzione per autoconsumo (quale ad esempio quella di raccolta delle  olive, conferimento al frantoio e successiva spremitura) sono consentite, a condizione che  il soggetto interessato attesti, con autodichiarazione completa di tutte le necessarie  indicazioni per la relativa verifica, il possesso di tale superficie agricola produttiva e che  essa sia effettivamente adibita ai predetti fini, con indicazione del percorso più breve per il  raggiungimento del sito. Una precisazione importante che – precisa Picchi – consente gli  spostamenti per 1,2 milioni di italiani che fanno gli agricoltori solo per passione coltivando  appezzamenti di terreno pubblici o privati per garantirsi cibo genuino e trascorrere un po’  di tempo all’aria aperta”.

” Accanto a chi esprime la propria passione in orti e giardini ci sono  anche molti italiani che non si accontentano e coltivano almeno un ettaro di terreno a uso  familiare. Si tratta – spiega il Direttore Picchi – in larga maggioranza di famiglie che hanno  ereditato aziende o pezzi di terreno da genitori e parenti dei quali hanno voluto mantenere  la proprietà per esercitarsi nel ruolo di coltivatori e allevatori, piuttosto che venderli come  accadeva spesso nel passato. Ma ci sono anche tanti che – conclude Picchi – hanno  acquistato terreni o piccole aziende agricole anche in aree svantaggiate per ristrutturarle e  avviare piccole attività produttive, dall’olio al vino, dall’allevamento delle galline a quello  dei cavalli”.

Redazione

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